Puntata N.27 del 7/4/2020 “Sensibilità Chimica Multipla”

È ospite, a Radiomia, la dottoressa Margherita Andreina Magazzini, specialista in medicina omotossicologica, intossicazioni ambientali e sensibilità chimica Multipla. La Sensibilità Chimica Multipla è una patologia una sindrome complessa , una malattia ambientale legata all’interazione tra l’ambiente e il soggetto. Non è molto frequente, però sta diventando sempre più comune dato l’aumento dell’inquinamento. Questa è una patologia che è stata classificata nel passato con diverse definizioni. È stata individuata tantissimi anni fa da un medico cardiochirurgo americano , William Rea, che si è ammalato lui stesso di questa malattia. Ha capito che non era una malattia di quelle conosciute , lui essendo un cardiochirurgo stava molte ore in sala operatoria e respirava gas durante gli l’intervento lunghi. È riuscito a definire questa malattia. È una malattia in cui in pratica si ha una perdita progressiva della capacità di tollerare le sostanze chimiche ambientali, le sostanze volatili, ma anche tante altre sostanze. E in genere per quantità di sostanza nell’ambiente tollerata dalla maggior parte delle persone. Il che significa che tutte le altre persone rispetto a chi ha questa patologia non reagiscono con disturbi nel momento in cui vengono esposte, ai profumi, ai deodoranti, ai detersivi. E questo crea anche un problema per questi soggetti , ma ci si mette anche la dottoressa che ha questa patologia. Praticamente poi, le reazioni scompaiono nel momento in cui ci si allontana dall’ esposizione. Infatti questo rappresenta anche il meccanismo principale ovvero l’indicazione principale da un punto di vista terapeutico. Cioè quella di evitare di venire a contatto con i meccanismi che sono alla base di questa patologia che consistono nella perdita della capacità di detossificazione da parte dell’organismo. Loro hanno dei sistemi di disintossicazione attivi, quindi le loro difese non sono date soltanto dal sistema immunitario in senso stretto, quindi quello che reagisce nei confronti delle malattie infettive, ma ha tutta un’altra componente che sono i cosiddetti sistemi antiossidanti che degradano praticamente e che eliminano le sostanze che possano arrivare all’interno dell’organismo. C’è poi anche una perdita di integrità della barriera delle prime vie respiratorie e questo è un dato che è stato scoperto da dei colleghi negli ultimi anni che ci stanno studiando sopra; il che significa che poi queste sostanze che sono nell’ambiente passano, siccome questa barriera, cioè il rivestimento delle vie respiratorie normalmente dovrebbe essere integro, nei soggetti, invece, con la sensibilità chimica multipla presenta delle falle. Come dei buchi, un po’ la stessa cosa che succede nell’intestino, ad oggi si parla tanto di alterata permeabilità intestinale. L’ alterata permeabilità intestinale si associa fra l’altro alla sensibilità chimica Multipla, molto spesso. Quindi questo comporta che le sostanze che arrivano, non vengono filtrate ed eliminate, ma passano, danno una prima infiammazione a livello del sistema nervoso e poi a cascata un processo infiammatorio che coinvolge più distretti. Che differenza può esserci tra sensibilità chimica multipla e intossicazione da metalli? Non è che c’è una differenza: la differenza sta nel fatto che l’intossicazione da metalli pesanti si associa alla sensibilità chimica Multipla perché entrano e si accumulano anche i metalli. Quindi, quando ci sono come in questa situazione deficit, dei sistemi di detossificazione, i soggetti che hanno la sensibilità chimica Multipla, accumulano molto più facilmente i metalli pesanti e li smaltiscono con più difficoltà. Ma ci sono degli esami specifici che la individuano? Allora gli esami specifici ce ne sono diversi. Il primo è un criterio da un punto di vista di sintomatologia e di modalità con cui questi sintomi compaiono, e il fatto che scompaiono nel momento in cui ci si allontana dalla fonte di esposizione. Anche se questo è vero che si verifica soltanto nei primi stadi della malattia, perché la patologia presenta comunque una progressione. All’inizio c’è una sensibilizzazione, comunque una reazione minima per una o poche sostanze, poi proprio per il fatto che c’è un’alterata disintossicazione , quindi i meccanismi non funzionano come dovrebbero, la reazione si amplia. E quindi il numero di sostanze verso cui si può reagire diventa enorme. Gli esami ci sono, sono molti. Ci sono tutta una batteria di esami attraverso i quali si va per esclusione. Cioè, nel senso si fanno tutti gli esami del sangue, gli esami delle infezioni, in quanto ci sono molte infezioni associate a questa patologia. . Poi ci sono quelli specifici che riguardano i sistemi antiossidanti che si possono studiare a livello del sangue. Si aggiungono sicuramente gli esami per andare a cercare le intossicazioni ambientali dei metalli pesanti, ma non solo. Si va in realtà a studiare anche un’altra parte che è molto importante nei soggetti con sensibilità chimica Multipla che è la questione dell’ alterato metabolismo dei farmaci. I soggetti con sensibilità chimica Multipla presentano reazioni avverse a farmaci assai più frequentemente rispetto a tutti gli altri. I sistemi di detossificazione nei confronti delle sostanze chimiche ambientali, in realtà sono in parte anche quelli che servono per metabolizzare i farmaci e quindi questo crea un problema da un punto di vista terapeutico. È riconosciuta ad oggi questa sensibilità come patologia? Allora bisogna fare una distinzione fra l’Italia e il resto del mondo. In Italia ci sono regioni in cui la malattia è stata riconosciuta e regioni in cui non lo è stata. In realtà in Parlamento è in discussione un disegno di legge i cui lavori data l’emergenza adesso sono stati interrotti. Ma nel corso degli anni diversi disegni di legge si sono succeduti senza mai arrivare ad un approccio definitivo. Le singole regioni si sono pronunciate, quindi ci sono regioni in cui la sensibilità chimica Multipla addirittura è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza, e altre in cui questo non è avvenuto. La conclusione è che è ancora tutto in cammino. Nel frattempo però le persone che hanno questa patologia, a seconda degli stadi di gravità, si trovano in gravi difficoltà: oltre alla sensibilità nei confronti delle sostanze chimiche ambientali, quindi alla difficoltà ad interagire con altre persone negli ambienti di lavoro, incontrano ostacoli pure negli ambienti familiari, perché per questa patologia come succede per altre, per esempio come per la fibriomalgia, o altre che sono croniche spesso i familiari non comprendono la difficoltà e la gravità della situazione. Perché? Perché si reagisce alle sostanze a quantità verso le quali gli altri non reagiscono e quindi risulta difficile se non quasi impossibile mentalmente o razionalmente accettare che un’altra persona o che più persone non sopportino il profumo, il deodorante e via discorrendo, che sono di uso comune. Questo crea un problema da un punto di vista sociale, in più molte di queste persone stanno in isolamento, poiché fra l’altro spesso sviluppano una elettrosensibilità. Ovvero una sindrome da ipersensibilità ai campi elettromagnetici e questo crea un altro problema. L’altro problema che si pone è dal punto di vista dell’ approccio diagnostico e terapeutico, negli ospedali e nell’accoglienza di queste persone, per le quali bisogna seguire un protocollo specifico, di bonifica degli ambienti; il personale sanitario non deve mettersi addosso niente di quello che normalmente può, cioè profumi e deodoranti. Bisogna usare detersivi privi di odori. Bisogna usare delle precauzioni. I protocolli sono già stati stilati, tra l’altro a livello internazionale. Il riconoscimento a livello internazionale in alcuni paesi è stato più facile. Fra l’altro la sensibilità chimica Multipla è stata inserita in uno dei codici internazionali di malattia e in alcuni paesi è stata inserita nelle malattie che richiedono diagnosi terapia ed assistenza sanitaria. In Italia, siamo ancora un po’ indietro. Questi soggetti si augurano che presto ci sia un riconoscimento, perché la questione ambientale sta diventando sempre più importante. Loro sono quelli che sono sempre andati in giro prima di questa emergenza, con le mascherine. E adesso è diventato come dire d’obbligo a causa dell’emergenza. Ma chi tra la popolazione ha visto persone prima di questa emergenza andare in giro con le mascherine più o meno di protezione a volte molto spesse forse si è domandato come mai queste persone avessero questi sistemi di protezione. La ragione è questa, questi soggetti, compresa la dottoressa, vanno incontro a delle reazioni importanti che coinvolgono progressivamente sempre più distretti dell’organismo. Quindi quando si passa da uno stadio all’altro fino a stadi di maggiore gravità si può addirittura arrivare a delle patologie importanti : patologie autoimmuni, patologie degenerative; pertanto la situazione diventa veramente complessa e pure l’approccio deve essere un approccio da parte dei medici ad una situazione di complessità. D’altra parte è vero anche che ad oggi la dottoressa ne conosce pochi di pazienti che abbiano soltanto una patologia. Di frequente i pazienti hanno molte patologie da affrontare e magari un farmaco per una non va bene per l’altra, quindi lo studio e conseguentemente la presa in carico devono diventare un approccio alla complessità. Il video della puntata:

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